Le Pussy Riot fanno discutere sempre e comunque, anche e soprattutto in questi giorni, all'indomani di una protesta assai originale andata in scena a Mosca ad opera di una modella della casa di lingerie tedesca Blush. La modella, in lingerie sexy, indossava un babydoll rosso al di sotto del quale faceva bella mostra di sé un reggiseno verde petrolio. Le gambe erano avvolte da calze autoreggenti rosse velatissime. In testa, la modella indossava una sorta di balaclava, indumento tipicamente utilizzato proprio dalle Pussy Riot nel corso delle loro esibizioni e manifestazioni di protesta. Alla fine del video la modella mostra un cartello con la scritta "Free Pussy Riot!" La casa di lingerie tedesca Blush, da più parti, è stata accusata di aver approfittato della cassa di risonanza mediatica che il caso Pussy Riot ha nel mondo intero, solo ed esclusivamente a fini pubblicitari. La Blush, dal canto suo, dopo aver provveduto all'immediata rimozione del video originale da Youtube, ha rilasciato questo breve comunicato in cui dichiara che: "Crediamo che Nadya e Masha, così come le loro famiglie e i loro bambini, supporterebbero qualsiasi iniziativa che possa portare attenzione nei confronti della loro causa. Sappiamo che dover stare in uno dei campi di lavoro correttivo russi è la peggior cosa al mondo". Nadezhda Tolokonnikova e Maria Alyokhina (membri delle Pussy Riot) sono state accusate di "teppismo premeditato realizzato da un gruppo organizzato di persone motivate da odio o ostilità verso la religione o un gruppo sociale" (ovvero, i cristiani ortodossi). Condannate a due anni di reclusione, stanno ora scontando la pena rispettivamente, Nadezhda nel campo di lavoro 14 di Partsa in Mordovia, 500 km a est di Mosca mentre Maria nel campo 28 della città di Berezniki, nei pressi dei monti Urali, a 1100 km a est della capitale.
Di seguito il video incriminato, tratto dalla sezione video del Corriere della Sera:
Di seguito il video incriminato, tratto dalla sezione video del Corriere della Sera:
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